22 Agosto 2018 | Recensione del CD “Two Homes”
Giovanni Graziano Manca © Rockit.it
Questo disco mi ha riportato indietro ai tempi in cui mi piaceva ascoltare e riascoltare la musica di John Fahey, Leo Kottke, Stefan Grossman, Jorma Kaukonen, John Renbourn, John Martin, tutti assi della chitarra acustica e padroni di una tecnica esecutiva molto utilizzata nella musica anglosassone fondata sull’uso pressoché esclusivo delle dita (cioè senza plettro) per pizzicare le corde: quella del fingerpicking.
Danny Trent è al disco d’esordio dedicato interamente, appunto, al fingerpicking. Italiano di Bari, diplomato in chitarra classica presso il Conservatorio della sua città, Trent dimostra di avere una tecnica chitarristica di tutto rispetto e la sua musica, carica di suggestioni, appare gradevolissima all’ascolto. “Two homes”, questo il titolo del disco, ci è peraltro sembrata intitolazione azzeccata e molto espressiva, in grado com’è di rappresentare le dualità che caratterizzano almeno parte dell’esistenza e dell’essere artista del musicista pugliese (è come se l’origine italiana di Trent venisse contrapposta alla sua “anima” musicale anglo-americana, come se le sue origini di chitarrista classico dovessero fare invece i conti con il suo presente di musicista traditional & folk).